Nives Meroi è un’alpinista che sta conducendo una gara appassionante. È in competizione con un’alpinista spagnola per essere la prima donna ad avere scalato tutti e quattordici gli Ottomila del mondo. Sono entrambe a quota sette, ma in questo momento Nives è in Himalaya a tentare la doppia scalata di Annapurna e Dhaulagiri. Nives scala con suo marito Romano Bonet e con un giovane fotografo. Non usano portatori d’alta quota, non adoperano ossigeno, tutto ciò che portano in vetta riportano a valle. Il loro rapporto con la montagna è di assoluta purezza. Erri De Luca, a sua volta arrampicatore raffinato, è amico di Nives e la segue da tempo nelle sue spedizioni. Naturalmente fin dove può, fin dove riesce. Sotto la tenda, durante una tempesta, Erri e Nives parlano. Della montagna, della sfida, della fatica, della vita.
Sulla traccia di Nives
Erri De Luca
“(Erri): La montagna è per me un luogo deserto dove si vede il mondo com’era senza di noi e come sarà dopo. Quassù in Himalaia mancano pure gli animali, non vola un’ala in aria, non c’è un’orma sulla neve. Ci vengo perché qui si approfondisce il sentimento di essere estraneo, un intruso del mondo.“
“(Nives): Quando vedi dove finisce il viaggio, quei passi li ami, li aggiungi con il tocco di grazia con cui metti dei fiori a tavola in un giorno di festa. I passi che portano in cima sono stremati e però leggeri, sei al punto di massima usura del corpo, del massimo di perdita di peso, muscoli e cellule cerebrali, sei al ronzio di alveare nel tuo corpo, un rumore di fibre che si afferrano tra loro, compattano i tessuti: la cima finalmente. È il più certo dei limiti sul quale metti i piedi. Non so cos’è per un prigioniero il giorno di fine pena, cos’è per un malato l’arrivo dell’alba, cos’è per uno scrittore l’ultima parola del suo libro, ma deve somigliare alla cima, la promessa mantenuta al ragazzino che strepita in ognuno di noi”
Rispondi