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“Ci sono certi”
Ci sono certi
che procedono di mancanza in mancanza,
la cui vita è un incessante tentativo
di ricucire la ferita,
colmare la crepa,
convertire il rifiuto in assenso.
Ci sono certi
cui la solitudine è pelle,
pur tra abbracci e moltitudini.
Neanche l’angelo custode
sembra aver posato mai la sua ala sulla loro spalla.
Ci sono certi
che celano le loro lacrime anche a se stessi
dietro il sorriso e la mano tesa,
dietro la ribellione, la rabbia, l’eccesso,
dietro la bulimica voglia di vita.
Ci sono certi
che soccombono, rinunciano, si spezzano,
e ci sono certi che nonostante i naufragi
issano sempre e comunque le vele
in cerca delle loro Itache.
Ma ci sono certi che imparano a fermarsi
per osservare l’onda,
interrogare i gabbiani impigliati nel vento,
per riconoscere della loro solitudine
il tatuaggio,
imparando a fatica a chiamarla per nome.
E allora può accadere che,
come per incanto,
la solitudine diventi incontro,
almeno per la durata di un abbraccio,
di un gesto,
di un sorriso,
di un pensiero condiviso,
di uno sguardo.
E ci sono certi che riescono nella meraviglia
di incontrare se stessi,
di accogliere la propria solitudine
come una vecchia amica
messaggera d’amore,
di gioia,
di speranza.
Poiché, se nessuno si sentisse mai solo,
alcuno mai saprebbe
della magia di un incontro.
È vero, Daniele, certi incontri sono magici!!
By: valy71 on 26 giugno 2024
at 19:28